LA TUTELA DELL’AMBIENTE IN COSTITUZIONE: UNA RIFORMA STORICA. PUÒ BASTARE? 

di De-Graft Adomako – Dottore in Diritto per le Imprese e le istituzioni e presidente di Lexacivis

Mentre leader mondiali, politici, negoziatori, imprese e cittadini sono in Scozia, a Glasgow, per il 26esimo vertice della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ieri sera dal Senato della Repubblica è arrivato il terzo voto positivo (218 si, nessun contrario) al disegno di legge di riforma costituzionale che introduce la tutela dell’ambiente nella Costituzione.

Il testo era stato già approvato in prima lettura dal Senato a giugno e in seconda dalla Camera dei Deputati ad ottobre, quindi con il via libera di ieri sera, manca solo la quarta ed ultima deliberazione di Montecitorio.

Il disegno di legge si compone di tre articoli. L’articolo 1 introduce tra i principi fondamentali di tutela previsti dall’articolo 9 della Costituzione, “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”; aggiunge, quindi, un nuovo comma all’articolo 9. Inoltre, lo stesso articolo 1 del provvedimento stabilisce che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

L’articolo 2 modifica l’articolo 41 della Costituzione, prevedendo che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo da recare danno “alla salute e all’ambiente” che vanno ad aggiungersi ai limiti già vigenti, ossia sicurezza, libertà e dignità umana. Inoltre, la modifica riserva alla legge la facoltà di indirizzare e coordinare l’attività economica pubblica e privata ai “fini ambientali”, oltre ai già previsti fini sociali.

Infine, l’articolo 3 sancisce una clausola di salvaguardia per il principio di tutela degli animali nelle Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano “nei limiti delle competenze legislative ad esse riconosciute dai rispettivi statuti”.

Per rispondere alla domanda posta nel titolo: se pur certamente importante, a questa riforma devono seguire azioni concrete, coordinate e strategiche a tutti i livelli. Non c’è più tempo in quanto “l’umanità ha esaurito il tempo per invertire la rotta sui cambiamenti climatici. Manca un minuto all’ora X e dobbiamo agire ora”, citando il premier britannico Boris Johnson alla cerimonia di apertura della COP26, dalla quale si auspica un cambio epocale.

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