di Leonardo Pietro Cervesato – Dottore in ingegneria gestionale e redattore di Lexacivis
Il Milan non può registrare il proprio marchio in Germania a causa di una ditta tedesca che si occupa di cancelleria. La notizia, al quanto insolita, fa seguito alla decisione del tribunale dell’Unione Europea a cui è seguita una nota ufficiale della società di Milano che spiega come si sia arrivati a ciò e le conseguenze della decisione.
IL CASO
Tutto ha inizio nel 2017, quando la società di calcio italiana AC Milan presenta una richiesta di registrazione internazionale del proprio marchio all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale: la procedura prevede che, con un’unica richiesta, sia possibile registrare in più stati (scelti tra quelli europei, in questo caso) il proprio marchio. Implica quindi che, a seguito dell’univoca richiesta, l’ufficio dell’Unione europea inoltri le procedure di verifica a tutti gli stati interessati. Se non sono già presenti registrazioni uguali o simili, o che possano creare confusione al consumatore (in base a prodotti, suoni o parole del marchio) allora è possibile procedere alla registrazione. Subito dopo la richiesta di registrazione, la società tedesca InterES Handels- und Dienstleistungs Gesellschaft, attiva nel settore della cancelleria, si oppone: il motivo? La società aveva, nel 1984, depositato un marchio analogo – “Milan” – per una linea di prodotti di cancelleria, marchio è stato poi registrato nel 1988.
LA SENTENZA
Il tribunale dell’Unione Europea, per ora, ha dato ragione alla società tedesca. Lo stemma dell’AC Milan, dunque, non può essere registrato a livello internazionale come marchio: questo però solo per una specifica categoria di articoli, denominata “classe 16”, che corrispondono sostanzialmente alla cancelleria, matite e penne griffate e materiale analogo da ufficio.
La motivazione risiede nella reale possibilità, secondo quanto dichiarato dal tribunale, che vi sia il rischio di “confusione” nei consumatori. Si contesta la somiglianza sia dal punto di vista fonetico sia per il fatto che entrambi i loghi (quello dell’AC Milan e quello della società tedesca) si riferiscono alla città di Milano.
Nel 2017 la società di calcio aveva presentato ricorso sostenendo, tra le altre, la grande differenza tra i due loghi: in quello tedesco è raffigurata un’aquila mentre, il noto logo italiano, riporta iniziali e colori sociali della squadra. Questa argomentazione non sembra aver convinto l’Ufficio europeo marchi, che in questi giorni ha respinto il ricorso confermando la ragione all’azienda tedesca.
LE CONSEGUENZE
Tramite una nota ufficiale l’AC Milan ha spiegato come le conseguenze della sentenza siano minime, in termini di utilizzo del marchio e annessa commercializzazione dei prodotti. La sentenza, commenta la società milanese, “non ha alcuna diretta conseguenza sulla facoltà di utilizzare il marchio ‘AC MILAN e figura’ per tali prodotti, in quanto la decisione concerne solo la registrabilità del segno nel registro dei marchi UE”. Inoltre, l’impedimento alla registrazione concerne solo il territorio tedesco ed il Milan è libero di proseguire l’iter di registrazione con domande nazionali in tutti gli altri paesi dell’Unione Europea. C’è da specificare che, come chiarito anche dal Milan, la sentenza “è soggetta ad impugnazione nel termine di due mesi”, e ciò significa che la vicenda non è ancora finita e che questa è, probabilmente, la tappa di una contesa iniziata nel 2017 e non ancora conclusa.