D.L. CONTENIMENTO DEI COSTI DELL’ENERGIA E RILANCIO INDUSTRIALE

Venerdì 18 febbraio 2022 il Consiglio dei Ministri si è riunito ed ha approvato un decreto-legge che, con misure urgenti di contenimento dei costi dell’energia e del gas naturale, interviene per contrastare l’emergenza, per pianificare azioni di prevenzione a possibili future crisi e per rilanciare le politiche industriali. I quasi otto miliardi destinati per le misure si suddividono in 5,5 rivolti a fronteggiare il caro energia ed i restanti per sostenere le filiere produttive che maggiormente risentono in questa fase.

Energia. L’intervento si divide in misure di contenimento dei costi delle bollette e misure in prospettiva, per evitare crisi future.

  • Emergenza: vengono prorogate le misure già introdotte (a partire dal terzo trimestre del 2021, con un impiego totale di circa 10,2 miliardi). Vengono azzerate le aliquote collegate agli oneri generali di sistema, per le utenze domestiche, non domestiche in bassa tensione per determinati usi (come la ricarica di veicoli elettrici in luoghi pubblici o l’illuminazione pubblica. Si azzerano inoltre gli oneri generali per il settore gas, viene rafforzato il bonus sociale per famiglie con ISEE adeguato (circa 8000, 20000 se numerose) e confermato il credito d’imposta per le aziende energivore. Per le imprese ad alto consumo di gas viene introdotto un contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta.
  • Prospettiva: nell’ottica di prevenire crisi future riguardanti il settore del gas e dell’energia elettrica, il decreto contiene un programma che incentiva in modo massiccio le sorgenti rinnovabili, principalmente fotovoltaico, semplificandone l’installazione (tetti pubblici, privati, aree agricole ed industriali). Si punta dunque ad un aumento della produzione nazionale e ad una diminuzione delle importazioni, riducendo così l’esposizione ed il rischio di future crisi. Anche per il gas si prevede un aumento di produzione nazionale, oltre che un insieme di norme per l’aumento e l’ottimizzazione del suo stoccaggio. Per determinati settori (aerei, trasporti) si prevede un aumento di produzione di carburante sintetico, sempre a livello nazionale.

Politica industriale. Il decreto interviene a sostegno delle realtà industriali che maggiormente hanno sofferto questa fase di trasformazione a livello di filiere produttive, costi e forniture. Si considerano due principali settori: automotive e microprocessori.

  • Automotive: per il settore dell’auto (e connessi) l’obiettivo è quello di una transazione verde tramite una riconversione e riqualificazione dell’intero segmento produttivo. Vengono stanziate risorse fino al 2030 per la transizione, riconversione e ricerca e vengono previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti.
  • Microprocessori: come soluzione ai problemi di approvvigionamento (legato alle importazioni) degli ultimi mesi, il decreto prevede fondi pluriennali fino al 2030 per la produzione nazionale di microchip.

Il decreto inoltre destina stanziamenti alle Regioni per far fronte alle maggiori spese relative alla crisi pandemica e ai comuni per i crescenti costi necessari all’illuminazione.

L.P.C.

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