RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: COME CAMBIANO I CONCORSI PUBBLICI

di Gloria Vindigni – Dottoressa in Giurisprudenza e redattrice di Lexacivs

Il settore della Pubblica Amministrazione si sta lentamente riformando, la modalità di accesso al pubblico impiego resta sempre quella del concorso pubblico, ma ora carta e penna lasciano spazio al modo digitale più rapido e innovativo, le donne (anche se madri) potranno far carriera e viene data la possibilità di partecipare ai concorsi anche ai rifugiati.

Tutto questo ha richiesto e richiederà un intervento da parte del legislatore e non solo.

Vediamo quali sono i cambiamenti che riguardano i concorsi pubblici fino ad oggi.

Il D.P.R. 9 maggio 1994 n. 487

 Il D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 regola l’accesso agli incarichi della Pubblica Amministrazione ed indica le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici, dei concorsi unici e di altre forme di assunzione nel pubblico impiego.

Nello specifico il D.P.R. indica:

  • Le modalità di accesso,
  •  I requisiti generali,
  •  Il bando di concorso,
  •   La presentazione delle domande di ammissione,
  • le categorie riservate,
  • Il diario delle prove,
  •  Il concorso per esami/per titoli ed esami,
  • Le commissioni aggiudicatrici,
  • Gli adempimenti dei concorrenti durante/al termine delle prove scritte,
  •  La formazione delle graduatorie,
  • La presa in servizio dei vincitori ed i compensi.

Ma chi non ha mai partecipato ad un concorso pubblico si starà chiedendo “come funziona un concorso pubblico?”.

Di regola viene pubblicato un bando dall’ente organizzatore in cui vengono indicati:

  • Vari riferimenti normativi,
  •  Le figure professionali ricercate,
  • I requisiti richiesti (es. diploma o laurea),
  • Le modalità di presentazione delle domande d’ammissione,
  •  Le modalità di selezione (prova preselettiva, prove scritte e prova orale),
  •  Il diario delle prove (giorno, ora e sede dello svolgimento delle prove),
  •  Le modalità di nomina del vincitore.

Ogni fase della procedura concorsuale viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Se da un lato la modalità concorsuale rappresenta ancora la via maestra per ottenere “il posto fisso” nella Pubblica Amministrazione, è anche vero che le procedure sopra descritte nel corso degli anni sono risultate obsolete, lunghe e talvolta poco meritocratiche oltre che inefficienti per colmare la carenza di personale nel settore di pubblico impiego, spingendo così il legislatore ad attuare un piano di riforme.

La pandemia e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Nel nostro Paese, si sa, attuare un piano di riforme che ci consenta di rientrare negli standard europei è sempre stato difficile, se non (quasi) impossibile, ma la crisi socio – economica scaturita dalla pandemia, ha richiesto ancora una volta di accelerare il passo.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede che la riforma della Pubblica Amministrazione sia incentrata su nuovi meccanismi di reclutamento del personale, sulla semplificazione delle procedure burocratiche, sullo sviluppo di capitale umano d’eccellenza e sulla digitalizzazione dei processi interni e dei servizi della P.A.

Per dare attuazione al PNRR il nostro legislatore ha riformato la normativa in vigore, modificando non solo il D.P.R. 487/ 94 ma anche il D.L. 30 marzo 2001, n.165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

La riforma della Pubblica amministrazione: come cambiano i concorsi pubblici?

Con il Decreto Legge 30 aprile 2022, n. 36 e la successiva conversione in legge 29 giugno 2022, n. 150 il legislatore ha disposto che:

  • entro il 30 giugno 2022 venisse emanato un decreto per il reclutamento di nuove figure professionali;
  • dal 1° luglio 2022 il portale unico per il reclutamento può essere utilizzato dalle amministrazioni pubbliche centrali e dalle autorità amministrative indipendenti, quest’ultime dal 1° novembre 2022 sono obbligate ad iscriversi a inPA per l’accesso ai concorsi per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato;
  • entro 31 ottobre 2022 l’utilizzo del portale (con decreto) sarà esteso alle Regioni ed enti locali;
  • Dal 2023 i bandi dei concorsi saranno pubblicati soltanto sul portale e sul sito dell’ente che organizza il corso;
  • Dal 1° novembre 2022 i componenti delle commissioni esaminatrici saranno scelti all’interno del portale;
  • Nelle prove concorsuali deve essere verificata la conoscenza di una lingua straniera anche per incarichi non dirigenziali;
  • Entro il 30 settembre 2022 ildipartimento delle pari opportunità deve adottare le linee guida per dare effettiva applicazione al principio di parità di genere;
  • Venga emanato un decreto che aggiorni il D.P.R. 487/94.

Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, tenutosi lo scorso 5 ottobre, è stato approvato in via preliminare un regolamento che modifica l’accesso all’impiego nella Pubblica amministrazione così come stabilito nel D.P.R. sopracitato.

Nello specifico è stato deciso che i concorsi pubblici dovranno svolgersi nel rispetto dell’imparzialità, dell’economicità e celerità ricorrendo anche a sistemi automatizzati che consentano la decentralizzazione per circoscrizioni territoriali.

Il regolamento introduce la possibilità per i titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria e i cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, di partecipare ai concorsi pubblici, purché i candidati abbiano un’adeguata conoscenza della lingua italiana, godano dei diritti civili e politici nel loro paese di appartenenza, abbiano compiuto 18 anni e abbiano l’idoneità psico- fisica all’impiego.

In ultimo vengono introdotte, in attuazione del decreto 36/2022, novità per quel che riguarda la parità di genere.

 Difatti il Ministro della Pubblica amministrazione insieme alla Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, ha previsto che vengano rimossi gli ostacoli per le donne in gravidanza o allattamento e per le persone che si trovano in condizioni di svantaggio.

Nel dettaglio, il documento contenente le linee- guida stabilisce che devono essere adottate misure che consentano alle donne di ricoprire ruoli dirigenziali (e non soltanto impiegatizi) all’interno della P.A.  senza che queste debbano essere discriminate in caso di maternità, deve altresì essere data la possibilità di conciliare la vita familiare con quella lavorativa prevedendo la partecipazione alle riunioni in video conferenza e, cosa non meno importante, l’amministrazione deve rendere noti i dati sulla propria organizzazione, anche dal punto di vista degli incarichi e dei relativi compensi.

Inoltre, è stato rimodulato il meccanismo di riserva e dei titoli di preferenza valorizzando l’appartenenza al genere meno rappresentato in relazione alla qualifica per il quale il candidato ha partecipato a parità di titolo e merito e in determinate condizioni.

Le riforme qui descritte, attuate in nome del PNRR, sono frutto di un percorso che dovrà concludersi entro il 2026.

Il cambiamento richiesto non riguarda soltanto il settore della Pubblica amministrazione, ma coinvolge trasversalmente anche altri settori e, soprattutto, prevede inevitabilmente, la collaborazione tra le diverse istituzioni oltre che la riorganizzazione delle modalità di lavoro dei vari enti che la compongono.

Da anni la nostra società desiderava digitalizzarsi, e le donne desiderano ancor oggi emanciparsi, il legislatore si è mosso e si sta muovendo per raggiungere tali obiettivi, ma a parere di chi scrive, forse quello che più manca è una nuova mentalità che favorisca una nuova organizzazione del lavoro, non solo distribuendo equamente le mansioni, ma soprattutto riducendo il gender pay gap e favorendo un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.

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